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Caetani: la musica pianistica (CD Brilliant Classics - Alessandra Ammara, 2014)

 

Roffredo Caetani (1871 – 1961) è uno dei più interessanti compositori italiani vissuti a cavallo del 1900. L’origine aristocratica gli consentì di avere contatti fin da bambino con eminenti personalità della cultura del tempo. Figlioccio di Liszt e allievo di Sgambati, Caetani ebbe modo di conoscere le più attuali tendenze musicali della sua epoca, facendole proprie e filtrandole con la sua personale sensibilità. Egli dedicò al pianoforte una parte cospicua della sua pur non estesa produzione compositiva. In questo CD sono presenti le due più rilevanti sue opere pianistiche: la Sonata op. 3 e i brani dell’op. 9, comprendenti la Ballata, i 4 Impromptus e la Toccata.

Composta nel 1899, a 28 anni, la Sonata op. 3 è il più ambizioso brano pianistico dell’autore, e rappresenta uno degli esiti più convincenti nella produzione pianistica italiana di Fine Ottocento. I tre ampi movimenti presentano una concezione ciclica, con la presenza degli motivi tematici. Il primo movimento rispechhia la forma


L’ascolto consentirà dunque di cogliere l’eclettismo e l’originalità della poetica di Caetani e, al contempo, di percepirne il legame con la grande tradizione musicale del Romanticismo europeo. Tratti salienti della sua cifra stilistica sono la concezione fatalistica della narrazione musicale, la predilezione di atmosfere cupe e di sonorità sfumate. L’uso sistematico di una rigorosa polifonia e la costante ricerca di armonie molto ardite e dissonanti testimoniano una solida formazione compositiva e un’ampia apertura alle più moderne correnti culturali europee.


L’Impromptu in si bemolle maggiore op. 9 n. 2 (1899) è il secondo dei quattro Impromptus che Roffredo pubblicò come op. 9, insieme alla Ballata e alla Toccata. Si tratta di un brano di carattere leggero, probabilmente pensato per l’esecuzione in un contesto intimo come il salotto, piuttosto che in sala da concerto. Tuttavia, il tono apparentemente spensierato cela più complesse inquietudini: la fine scrittura contrappuntistica è infatti arricchita da un persistente cromatismo delle linee melodiche. L’ambiguità armonica che ne deriva esprime una sottesa inquietudine, una ricerca di appagamento solo parzialmente soddisfatta.


La Ballade in fa diesis minore op. 9 n. 1 (1899) è forse il più moderno e ispirato tra i brani pianistici di Roffredo Caetani, in virtù degli arditi cromatismi e dell’ossessiva insistenza sul pedale di tonica di fa diesis minore. Il tono narrativo mutuato da antiche leggende medievali, presente anche nelle Ballate di Chopin e di Brahms, assume qui un carattere fatalistico. Questo è accentuato dalla costante, imperterrita scansione ritmica in tempo ternario che, senza alcuna soluzione di continuità, innerva tutto l’arco formale del brano, rafforzandone la coesione e la tensione drammatica. Roffredo fu un profondo e appassionato conoscitore delle opere di Wagner: nella Ballata si possono infatti scorgere numerose suggestioni wagneriane, qui efficacemente trasposte nella scrittura pianistica. La predilezione per il registro grave del pianoforte determina un clima di stregata cupezza. Ne deriva un senso di inquieto pessimismo, non più ancorato ad esperienze concrete, bensì sublimato ad un superiore livello di astrazione.

 

Roberto Prosseda