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In memory of Sergio Cafaro (Suonare News, May 2005)

Non è facile sintetizzare in poche righe la figura di Sergio Cafaro, scomparso venerdì 1 aprile 2005 all’età di 81 anni. Era un conoscitore profondo di molti aspetti dell’espressione artistica: pianista, compositore, scrittore, pittore, entomologo. Particolarmente apprezzato come interprete di Mozart, Beethoven e Schubert (autori che lui mi fece scoprire in lezioni indimenticabili), premiato al concorso internazionale di Ginevra, aveva suonato sotto la direzione di Strawinsky, Hindemith e Boulez. Persona dal carattere schivo, incurante della gloria e degli aspetti più commerciali dell’attività musicale, riservava però ad amici ed allievi una grande, affettuosa attenzione ed una spontanea generosità, del tutto disinteressata. Non faceva sfoggio della sua vastissima cultura, né del suo raro talento, che però affioravano in molte occasioni, come nelle numerose improvvisazioni alla tastiera: era in grado di “creare” al pianoforte, senza alcun preavviso, un preludio di Debussy, un intermezzo di Brahms o un tempo di sonata mozartiana su un tema qualsiasi, indicato dal pubblico! Anche Rudolf Serkin, ascoltandolo, rimase di stucco. Il suo repertorio era vasto e inconsueto: comprendeva numerosi brani contemporanei o di autori poco eseguiti, come Heller (di cui ha inciso l’integrale degli Studi op. 45) e Rossini, a cui si era dedicato anche come revisore nell’edizione critica dei Péchées de Vieillesse realizzata dall’Ente Rossini di Pesaro. Il suo cantabile di rara bellezza, unito alla speciale luce del suo suono e all’innata eleganza del fraseggio, gli consentiva di realizzare interpretazioni di grande poesia.   Sergio Cafaro era anche un compositore di prim’ordine. Diplomatosi con Goffredo Petrassi, ha scritto numerosi brani per pianoforte, per gruppi da camera e per orchestra (compresa un’opera lirica). Il suo acuto senso dell’umorismo e la leggerezza con cui affrontava vari aspetti della vita sono presenti anche nella sua musica, in cui le citazioni di altri autori del passato, o di elementi popolari, sono sovente rivissuti ironicamente, senza mai rinunciare alla classe che contraddistingue la sua figura artistica. Tra le numerose composizioni, ricordiamo Vive Carmen, un brano per pianoforte a quattro mani scritto per il concorso T.I.M. di composizione umoristica (dove non a caso ottenne il primo premio), in cui i due pianisti si “rubano” vicendevolmente i temi della Carmen e alla fine sovrappongono la canzone del Toreador con il tema wagneriano dei Maestri Cantori di Norimberga, in perfetto contrappunto doppio! Il suo umorismo traspare anche dai titoli delle sue composizioni: ad esempio Le Tombeau de Boccherin, ossia il celebre Minuetto di Boccherini rielaborato per trombone basso e ottavino, è un vero spasso. Sergio Cafaro amava trascrivere musica, soprattutto per il puro piacere di rivivere la verità nascosta tra le note dei capolavori sinfonici attraverso la riscrittura delle partiture. Bellissima la sua versione della Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” di Dvořák per pianoforte a quattro mani; memorabile la trascrizione del Bolero di Ravel per sei pianoforti e tamburo. A proposito di trascrizioni, Sergio Cafaro aveva collaborato per alcuni anni con il compositore Giacinto Scelsi: com’è noto, Scelsi solitamente non scriveva la sua musica pianistica, ma la registrava al pianoforte. Sergio, grazie al suo eccezionale orecchio assoluto, trascrisse sul pentagramma molti di quei brani: ancora oggi in alcune partiture scelsiane edite da Salabert si riconosce la sua calligrafia.   La finezza e la sensibilità di Sergio Cafaro traspaiono anche nei suoi lavori pittorici, negli acquerelli, nei disegni a matita, nelle vignette di carattere umoristico. Sergio era anche autore di numerosi scritti, spesso surreali (tra cui una rielaborazione in chiave nonsense della Divina Commedia). La sua capacità di meravigliarsi per tanti piccoli dettagli della natura aveva alimentato la passione per la botanica e l’entomologia, discipline che, come la musica, erano state sempre al centro dei suoi interessi.    La sua scomparsa crea un grande vuoto, e rimane il rammarico di non aver potuto conoscere meglio le multiformi espressioni del suo talento artistico. Ma Sergio ci lascia anche una bellissima eredità: il suo approccio alla musica e alla vita stessa, così leggero e profondo al tempo stesso, la sua divertita ironia in grado di sdrammatizzare qualunque situazione, la sua onestà e sincerità sia nei rapporti personali che nel lavoro e nella ricerca interpretativa, resteranno un modello per tutti i musicisti.

Per informazioni sulla discografia e sulle composizioni di Sergio Cafaro, rivolgersi a Roberto Prosseda roberto@robertoprosseda.com

Qui è possibile ascoltare l'audio live di tre improvvisazioni su tema dato dal pubblico ("O sole mio"), suonate da Sergio Cafaro come vis, dal Concerto all'Istituzione Universitaria dei Concerti, Roma, Aula Magna de La Sapienza, 1991. 

Intermezzo nello stile di Brahms

 

Rapsodia ungherese nello stile di Liszt
 

Primo tempo di Sonata nello stile di Mozart

 

Le composizioni di Sergio Cafaro edite da Edipan. www.edipan.com

 

La partitura di Vive Carmen è edita da Gwhiz Arts & Sciences (California, USA)

http://www.gwhiz.com/catalog.html

La registrazione di Swing Piece, composto da Sergio Cafaro nel 1993, è inclusa nel CD "Piani Vibratili"http://www.velutluna.it/index.php?c=7a&l=ita&spc=&id_cat=1&pagina=3&id=102 di Roberto Prosseda