• Features

Sull'ascolto della musica

I colori del suono Musica e spazio Ascoltare il tempo Ascoltare con gli occhi Degustare la musica, ascoltare il vino Accordature d'epoca La musica come educazione all'ascolto degli altri La musica classica nell'età dell'interruzione La consapevolezza delle proprie emozioni Slow listening - degustare la musica Liberi di ascoltare, liberi di giudicare?

La consapevolezza delle proprie emozioni

Uno degli effetti “collaterali” più importanti di chi fa musica in modo approfondito è certamente il prendere coscienza della propria interiorità, il saper ascoltare: ciò non include soltanto una maggiore sensibilità dell’udito, ma soprattutto la capacità di sapersi guardare dentro per riconoscere e vivere consapevolmente le proprie emozioni.

Questo è ben noto a molti musicisti, ma ora è ulteriormente confermato da uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, che indaga gli effetti dello studio di uno strumento musicale sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti.

Imparare a controllare i movimenti complessi necessari per suonare un violino o un pianoforte, infatti, potenzia le capacità mentali. Secondo questo studio, che ha monitorato con risonanze magnetiche 232 ragazzi tra i 6 e i 18 anni, le aree della corteccia cerebrale dedicate alla memoria di lavoro e all’organizzazione mentale sono più spesse nei giovani che studiano uno strumento musicale.

Come confermato anche da altre ricerche riportate sul Journal of Neuro Science, la pratica musicale rende il nostro cervello più reattivo e flessibile, con effetti positivi che si estendono nell’intero arco vitale.

Non a caso, in molte aziende anglosassoni chi ha nel curriculum un diploma di conservatorio viene spesso considerato con maggiore attenzione, in quanto lo studio della musica agevole le capacità relazionali, la gestione delle emozioni e l’organizzazione del lavoro: tutte doti indispensabili in molteplici aree professionali, anche esterne al mondo musicale.

 

Roberto Prosseda