Lo scorso 18 dicembre il quotidiano inglese Daily Mail ha pubblicato una notizia che è subito diventata virale: la signora Olesya Podkorytov ha scattato un selfie mentre si trovava a bordo di un aereo di linea. Nella foto, dietro di lei, appare una figura che, secondo coloro che l’hanno pubblicata, poteva riferirsi all’apparizione di un alieno o di un fantasma. La notizia ha fatto il giro del mondo ed è stata diffusa da numerosi giornali cartacei e online, avvalorando l’idea che si trattasse di una manifestazione paranormale. Anche molte altre testate importanti e considerate attendibili hanno supportato questa tesi: Mirror, Huffington Post, e, in Italia, Il Giornale, Libero, Leggo e Il Mattino, oltre a numerosi blog e siti di notizie.
In realtà, osservando la fotografia, qualsiasi musicista o persona di cultura può facilmente notare che non si tratta né di un extraterrestre, né di un fantasma: l’immagine incriminata è una normale custodia di un violoncello, posizionata, come normalmente avviene, su un sedile dell’aeromobile (il violoncello, infatti, paga il biglietto come un passeggero “umano”). La cosa che più stupisce, però, è che nessuno dei giornali che ha pubblicato la notizia ha saputo riconoscere la custodia del violoncello, e tanto meno le decine di migliaia di persone che hanno condiviso la foto nei social networks “gridando al miracolo”. E ciò dimostra, purtroppo, che per la maggior parte della gente (e dei giornalisti attuali) gli strumenti della musica classica sono come degli “alieni”: talmente estranei alla loro vita che rientrano nella definizione di UFO o, meglio, USO: oggetti sonanti non identificati.
Ciò rivela anche la deprecabile tendenza di alcuni giornali a non verificare minimamente l’attendibilità delle notizie che pubblicano, e a dare, invece, la priorità alla viralità dell’informazione: è per loro più importante che la notizia attiri l’attenzione e raccolga un cospicuo numero di click, piuttosto che sia autentica e presentata in modo professionale. E milioni di lettori abboccano alle notizie, fidandosi ciecamente delle loro fonti, e condividendole senza farsi troppe domande.
L’Italia è la patria della musica: le partiture musicali “parlano” italiano, l’opera è nata in Italia, come anche il pianoforte. E la migliore tradizione di liuteria è proprio quella italiana, e cremonese in particolare. Ci si augura, quindi, che in futuro anche i giornali e, in generale, i non addetti ai lavori, siano più consapevoli dell’importanza della musica classica e della tradizione della liuteria nell’ambito dell’identità culturale del nostro paese, e che non capiti più di scambiare un violoncello per un UFO.
Roberto Prosseda